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Nino Martino

Nino Martino

inclinando il phon la pallina non cade e continua a danzare

Milano, un lavoro in classe con due terze della scuola primaria “Scuola Rinnovata Pizzigoni”. Come spiegare che cos’è il “fantastico” in letteratura a bambini di terza scuola primaria senza parlare, ovviamente, di Caillois e di Todorov e dei loro saggi?

Come spiegare che cos’è il “fantastico” a bambini di terza scuola primaria senza parlare, ovviamente, di Caillois e di Todorov? Già si sono riversati fiumi di inchiostro sul tema e molte battaglie feroci all’ultimo sangue hanno coinvolto critici letterari di ben altro livello che il mio. Ma ero a Milano per la convention di fantascienza “Strani mondi” (appunto…) e mi era stato organizzato un incontro con due terze della scuola primaria, alla “Scuola Rinnovata Pizzigoni“. L’incontro era a tema libero ma ero stato invitato come autore di fantascienza e come fisico.

Tra l’altro i bambini sono immersi in un mondo in cui si dice che il fantastico sono le streghe, i draghi sputafuoco, i demoni e le fatine, i vampiri e gli zombie.

In realtà non c’è nulla di fantastico, a mio vedere, in queste cose. La strega fa le magie malvagie e prepara continuamente mele avvelenate. È il suo lavoro. Che c’è di strano?  Io vedo una strega (supponiamo) e so perfettamente che può fare magie di vario tipo e assolutamente non accetterei mai una mela rossa da lei.

Non c’è sorpresa, non c’è spiazzamento, nessuna inquietudine . L’inquitudine è un sentimento che ci dice che c’è qualche cosa che non funziona come dovrebbe, che sta succedendo qualche cosa di inaspettato. Sappiamo che ci sarà una sorpresa ma non sappiamo che forma avrà. La nostra vita potrebbe cambiare e non sappiamo come. le cose che ci circondano potrebbero non essere quello che da sempre supponiamo essere. Noi ci aspettiamo che succedano certe cose ma invece accadono cose diverse, spiazzanti.

Un ringraziamento particolare alle docenti delle due terze della “Scuola Rinnovata Pizzigoni” che hanno  costruito con me questa bella esperienza: Silvia Franceschi, Paola Camia, Dalila Damagino

Un demone è malvagio e fa cose demoniache. Le fate sono sempre angeliche e graziose e sono quelle che fanno le magie buone (quelle grasse trasformano le zucche in cocchi a cavallo almeno fino a mezzanotte).

Se incontro un vampiro già mi alzo il bavero, mi aspetto perfettamente quello che potrebbe fare. Per non parlare dei morti viventi che se ne vanno in giro a sfondare le porte per far proseliti. Tutto ciò può fare paura, perché sappiamo le conseguenze delle azioni di questi simpatici personaggi o storie. Ma generano inquietudine, nel senso di creare uno spiazzamento?  Ognuno di questi personaggi fa il lavoro che gli compete e cerca di farlo possibilmente bene e a fondo. Non c’è pensiero, non c’è approfondimento della nostra conoscenza. Il loro scopo, se sono scritti o filmati bene, è quello di fare paura. Fanno paura perché sappiamo bene quello che potrebbe succedere con loro e, compartecipando ai personaggi, temiamo per la nostra vita.

Una situazione “fantastica” invece ci costringe ad avere un punto di vista inedito, inaspettato. L’interpretazione di quello che succede o che può succedere è indecidibile, non conclusa. Ci costringe a pensare attraverso l’inquietudine. Ci apre possibili orizzonti inediti. Rompe decisamente la struttura della vita quotidiana, sveglia la nostra curiosità, ci stimola alla ricerca, alla scoperta.

Ma questo non è un discorso da poter fare a un pubblico variopinto di bambini e bambine di otto anni. Userei strutture e reti di parole che pur essendo comprese singolarmente non darebbero loro nulla.

E se invece facessi un esperimento di fisica con un risultato spettacolarmente inaspettato? E se su questo esperimento si costruisse insieme, collettivamente, un racconto, un narrare, stimolando fantasia e curiosità e forse anche poeticità?

Avevo di fatto iniziato con delle parole. I bambini erano attenti, comunque. Ma io personalmente mi sarei ben presto annoiato. Figuriamoci loro. C’è sempre presente in noi tutti questa strana concezione che la cultura sia fatta di parole e discorsi. Ma non è così.

Ho preso un phon per i capelli e ho domandato “che cos’è questo?” “un phon per i capelli” “è strano?” “No”.

“se io accendo il phon cosa succede?””esce l’aria calda”.

Ho acceso il phon ed è uscita l’aria calda. Il mondo funzionava normalmente.

Poi ho preso una pallina di ping pong. “che cos’è?” “una pallina da ping-pong”. Ovvio.

Ho acceso il phon mettendolo in verticale. Che cosa succederà se io metto la pallina sopra il getto d’aria del phon? Mi sembra che qualcuno abbia anche detto che rimane sospesa, ma non ne sono sicuro. Certamente nessuno di loro ha mai messo una pallina di ping pong sopra il getto d’aria di un phon ma un po’ di aspettative ce l’hanno. Potrebbe cadere di lato, potrebbe rimanere sospesa, potrebbe schizzare via. In fondo cose abbastanza normali.

L’ho messa sopra il il getto d’aria del phon e la pallina danzava nell’aria, sopra al phon.

I bambini erano già entusiasti e richiamati all’ordine dalle maestre. Ma non era questo il vero esperimento. Già era bello visivamente e aveva riscosso l’approvazione incondizionata dei bambini.

Ma poi incominciai a inclinare il phon rispetto alla verticale (un’inclinazione di almeno 30°). La pallina che era sopra il phon, sospesa a mezz’aria, NON è caduta ma ha seguito l’inclinazione del phon rimanendo sospesa senza nessun motivo apparente. Non c’era più il getto a sostenerla di sotto. La pallina doveva cadere. E invece continuava la sua danza nel getto del phon, apparentemente sospesa nel nulla ( e, come ha detto con mia sorpresa un bambino, rimaneva intrappolata nel getto).

  il phon è inclinato, la pallina segue il phon e non cade

L’effetto visivo è sbalorditivo anche per tutti gli adulti (persino di estrazione scientifica) che non abbiano mai visto il fenomeno o che non abbiano studiato particolarmente fluidodinamica o cose del genere.

I bambini/studenti hanno accolto la cosa con un boato e grida. Perché il risultato era assolutamente inatteso, incredibile.

Era fantastico puro perché non c’era spiegazione in base a quello che è la nostra esperienza quotidiana o studio precedente. Come dicevo prima è un risultato spiazzante, inquietante, perché non ha spiegazione, apparentemente. Di qui nasce la ricerca, la curiosità di capire, la scoperta di nuovi mondi da esplorare.

La spiegazione ufficiale della fisica è veramente molto complicata. Avranno tempo di capirla, forse, oppure non approfondiranno mai l’argomento. Ma ormai la curiosità è lanciata. Si sono aperti spiragli, possibilità, inventiva. Questo è secondo me il ruolo del fantastico.

Il fantastico appare quando non c’è spiegazione apparente, quando non possiamo immaginare una spiegazione di quello che vediamo o leggiamo o vediamo. Se davanti a un pubblico diverso, di studenti universitari, dopo la sorpresa iniziale di tutti, mi mettessi a parlare del teorema di Bernoulli  insieme alla conservazione del momento in un fluido viscoso il fantastico sparirebbe. Una volta compreso il fenomeno non c’è più niente di inquietante. C’è una spiegazione e il mondo torna a comportarsi  normalmente, come deve fare.

Questo è il senso della ricerca scientifica, della scoperta, dell’invenzione. E questa può dare una vera formazione al bambino/studente la di là delle belle parole che si leggono spesso nei documenti ufficiali.

Tra l’altro i bambini/studenti sono molto ricettivi e imparano subito a chiedersi “e che cosa succederebbe se …”. Uno di loro mi ha chiesto “Ma cosa succede se metto due palline, una sopra l’altra?”. Mai fatto prima. Quando ho messo le due palline una sopra l’altra le due danzavano insieme dentro il getto d’aria. Il tutto è stato accolto dal solito boato generale.

I video che seguono mostrano una delle bambine che ha voluto riprodurre il fenomeno, come altri avevano fatto. Questo nel primo video. ma nel secondo fa una cosa sorprendente. Mentre in classe mi avevano chiesto di mettere una mano sotto la pallina (e la pallina era caduta, per loro era una controprova, avevano trovato l’esperimento controprova), lei mette la mano sopra. L’effetto è altrettanto sorprendente, la pallina si alza e si abbassa quando lei alza o abbassa la mano. Pura magia. La spiegazione fisica che ci sta dietro è ulteriormente complicata, ma l’effetto è … magico, in mancanza di spiegazione.

A questo punto mi sono seduto insieme con loro e abbiamo costruito un racconto. Davo la parola a tutti quelli che alzavano la mano e ciascuno costruiva una frase e quello che prendeva parola dopo aggiungeva un’altra frase. In fondo niente di innovativo in questo. Ma si era partiti da un fenomeno bello e sconvolgente. Il testo del racconto lo riporto qui di seguito. Mi sembra un bel racconto, fatto dai bambini, una sorta di favola. Un tentativo “letterario” di dare una spiegazione fornendo al phon e alla pallina di ping pong una vita loro. La cosa curiosa che è apparsa anche una pallina di ping pong aliena che veniva dallo spazio. Poiché il registro è quello della fiaba, l’elemento fantastico dal mio punto di vista è sparito. È normale che in una fiaba le palline parlino con i phon, siamo, appunto, in una fiaba.

Si costruisce il racconto, una frase per ogni bambino che deve continuare il precedente

La pallina che voleva danzare con il phon (il titolo è mio, nell’originale non c’era)

C’era una volta un phon bianco. questo phon amava molto respirare e respirava fortissimo. il phone un giorno è diventato famosissimo perché diceva di poter fare volare una pallina.

Quando si presentò al pubblico, volando e respirando, in sala ad accoglierlo c’era anche una pallina che gli disse: “accenditi, accenditi più forte che puoi!” perché la pallina voleva volare sul phone! ma per quale motivo? perché lei, la pallina, non aveva mai volato ed aveva sempre e solo rimbalzato! i bambini la facevano rimbalzare di qua e di là, la prendevano e non riuscivano mai a farla volare davvero.

Per una volta lei voleva provare a volare…per potere vedere tutto dall’alto: era buffo per la pallina, vedere le cose piccole dall’alto, quando invece quelle cose erano grandi…

Voleva provare nuove esperienze. la pallina aveva provato ad avvicinarsi anche ad un camino con il focolare acceso, ma tutte le sue amiche si erano sciolte e per questo ci era stata alla larga!

La pallina era abituata a stare sempre per terra, conosceva solo il vento che, cattivo, la trascinava in giro…

La pallina si annoiava:faceva sempre le stesse cose, gli stessi rimbalzi! doveva succedere qualche cosa per cambiare la sua vita!

Fu così che arrivò un giocoliere in sala…che provò a farla divertire insieme ad altre palline. il giocoliere non usò le mani ma accese un phon!

La pallina decise così di salire sul palco, incontrò un’altra pallina a cui chiese: “vuoi fare lo spettacolo con me?”

Una delle due palline però aveva un segreto, arrivava dallo spazio…e sulla terra ci era arrivata grazie all’aiuto un phon di colore azzurrino, proveniente anche lui dallo spazio.

Allora una pallina dice all’altra: “perché non proviamo a saltare insieme?”. il problema era che le palline volevano giocare anche con il phon ma, il giocoliere malvagio che le stava osservando da un po’, decide di rapirle. per fortuna il riesce ad intervenire il phon che urla: “ lascia in pace le palline!” ed il giocoliere gli risponde: “ah ah ah! mai!”

È qui che arriva un cane e…morde il giocoliere! il giocoliere, dolorante, lascia cadere le palline che, povere, cadendo si fanno male, si piegano, si rompono. ma perché? perché si rompono?

Una delle due palline, quella proveniente dalla terra, aveva già una piccola crepa:il cane aveva preso anche lei, poverina!

Si sa…i cani amano molto le palline e lei, che era della terra, era meno resistente ai morsi rispetto quella dello spazio. la pallina dello spazio era stata costruita con un materiale molto resistente. purtroppo però questo materiale non permetteva alla pallina di giocare e volare insieme al phon che, spesso, le aveva ripetuto: “tu sei troppo pesante!”.

Sentendo tutto questo il phon dello spazio si precipita da lei e la fa volare. d’altra parte la pallina dello spazio era abituata a volare…nello spazio non c’è gravità. pallina e phon erano felici di danzare insieme, ma di queste danze e fidanzamenti spaziali non ci capisce niente nessuno!

La sola cosa che si riusciva a capire era che la pallina dello spazio era gelosa della pallina della terra e di come lei si era innamorata del phon dello spazio. la pallina della terra andò quindi dal giocoliere e gli chiese di danzare insieme a lei!! lui ne fu entusiasta. nessuno gli aveva mai chiesto una cosa simile…ma chiaro, di fidanzarsi, nemmeno per sogno!!!!!

 

 

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