La pagina del Jazz


La musica jazz si è molto trasformata dalle sue origini. Inizialmente suonata e composta dai “dannati della terra” , gli schiavi di origine africana, si è affermata, sviluppata, creato sottogeneri ed è diventata una cosiddetta musica colta. Una musica che ha molte particolarità, come per esempio l’improvvisazione, e che secondo alcuni di noi sta sostituendo la sperimentazione e le nuove forme derivate dalla musica “classica”. Una musica colta, dunque, che delle sue origini ha conservato il cuore rosso e la passione e lo swing.



Qui di seguito link ad articoli, recensioni, testi sul jazz


Intervista di Carlo Ubertone e Nino Martino l musicista jazz Roberto del Piano

C’è stato un periodo della storia italiana in cui tutto si apriva, tutto sembrava possibile. Nella cultura, nella letteratura, nella musica era come se si rompesse una cappa di piombo. Ci si liberava e nascevano cose nuove e la sperimentazione in ogni campo non era fine a se stessa e produceva capolavori. Non si negava la cultura, il passato, o altro. Si elaborava, si incorporava, si partiva da lì per aprire nuove strade, nuove frontiere. C’erano contenuti, passione, scelte di parte. Un’intervista con il musicista jazz Roberto del Piano che partecipò attivamente a quegli anni.


copertina del disco Franco D'Andrea meets DJ Rocca
copertina del disco Franco D’Andrea meets DJ Rocca

Incontri, di Carlo Ubertone e Nino martino

Franco D’andrea meets DJ Rocca. come l’incontro fra due musicisti di generi completamente diversi, un grande pianista jazz e un grande DJ, possa produrre grandi risultati. Semplicemente MUSICA

Sarah Vaughan nel 1946 (William P. Gottlieb)
Sarah Vaughan nel 1946 (William P. Gottlieb)

La divina voce di Sassy, di Roberto del Piano

Sarah non è stata, e comunque non solo, una cantante di jazz, ma una cantante tout court, forse la maggiore interprete, dopo Ella Fitzgerald, di quello che può essere definito il «grande songbook statunitense». È stata considerata, a ragione, una delle voci più stupefacenti del XX secolo. Così dice di lei Billy Eckstine: «Escludendo la musica lirica, Sarah possiede il più bel suono che io abbia mai ascoltato da una voce umana. E le cose che può fare con la sua voce! E inoltre è una musicista, come ho sempre affermato». Sarah ha una estensione di tre ottave, con una varietà di suono e di timbro impressionanti e una padronanza delle armonie dei brani assoluta, che le permettono variazioni e improvvisazioni ardite.


Carla Bley in una posa anticonformista, in una fotografia scattata il 9 febbraio 1979 (Roger Ressmeyer/CORBIS)

Musicista tra i musicisti, di Roberto del Piano

Carla Bley è senza peli sulla lingua, lontana da qualsiasi stereotipo o convenzione, anche il suo approccio al mondo del jazz e della musica non segue nessuna delle strade tradizionali che hanno portato alla notorietà e al successo tantissimi suoi colleghi e colleghe.


Cecil Taylor nei primi anni Duemila
Cecil Taylor nei primi anni Duemila

Cecil Taylor, una vita di sfide, di Roberto del Piano

“…”…L’approccio al jazz di Cecyl Tayolor produce una musica sempre più complessa, che lascia sconcertati spettatori e, soprattutto, proprietari di club e organizzatori di concerti che ritengono il suo stile non conveniente in termini monetari.Le sue performances, nelle quali colpisce furiosamente i tasti del piano con dita, pugni e avambracci, sono talmente fisiche da spostare la musica su un altro piano esistenziale. Una cascata in piena, un vulcano in eruzione, brezza sull’oceano, tempesta nel deserto, foglie al vento…”…”

Da wikipedia, con i relativi link:
Il jazz si è trasformato nel corso del ventesimo secolo evolvendosi in una grande varietà di stili e sottogeneri: dal dixieland di New Orleans dei primi anni, allo swing, delle big bands negli anni trenta e quaranta, dal bebop della seconda metà degli anni quaranta, al cool jazz e all’hard bop degli anni cinquanta, dal free jazz degli anni sessanta alla fusion degli anni settanta, fino alle contaminazioni con il funk e l’hip hop dei decenni successivi. L’uso di queste etichette non è stato poi molto gradito da tanti musicisti (jazzisti) che preferiscono definire la loro musica semplicemente come jazz. Dopo gli anni settanta il jazz è entrato nella cosiddetta musica colta, entrando quindi nei corsi tenuti nelle scuole musicali e nei conservatori.

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