Guido Pegna
Qual è il confine fra normale e paranormale? Alla fine del 2008 strani eventi cominciarono ad accadere in una grossa officina meccanica di Cagliari e il professor Guido Pegna del dipartimento di Fisica di Cagliari fece una ricerca scientifica per capirne la natura.
introduzione
Alla fine del 2008 strani eventi cominciarono ad accadere in una grossa officina meccanica di Cagliari. Cavi elettrici fortemente stretti nelle loro morsettiere continuavano a sfilarsi da soli; altri cavi si attorcigliavano e si annodavano spontaneamente in garbugli complicati. Subito dopo tutti i dispositivi dei quadri elettrici di potenza subirono disgregazioni, smembramenti, carbonizzazioni degli isolanti, seguiti poi man mano dalla distruzione di tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche delle macchine a controllo numerico presenti nell’officina rendendole inservibili, con danni valutati in milioni di euro. In seguito, e sempre in posti differenti e in momenti del tutto casuali oggetti metallici anche assai pesanti cominciarono a spostarsi spontaneamente o a spiccare voli di molti metri, mentre oggetti più piccoli venivano proiettati a grande distanza con la velocità di proiettili. Tutti gli strumenti e le apparecchiature elettroniche di misura introdotte in quell’ambiente, così come le telecamere, le macchine fotografiche e i telefoni cellulari non sopravvivevano per più di poche ore.
Descriveremo qui di seguito l’ambiente in cui si sono verificati questi fatti, tenteremo un loro classificazione, riporteremo i risultati su quanto è stato possibile indagare e proporremo infine una ipotesi di spiegazione sulla causa dei fenomeni, supportata dalle prove raccolte.
Per la sua lunghezza, necessaria, non possiamo riportare questa importante ricerca in modo completo in pagine web leggibili. Riportiamo allora per intero la introduzione e poi i titoli dei paragrafi, con un abstract di ciascuno. Consigliamo, se la cosa vi può risultare interessante come crediamo, di scaricare il file in formato pdf, in fondo all’articolo.
1. l’ambiente
L’officina è situata nel sottopiano di un grande edificio isolato nel quale, al livello del piano stradale, sono presenti alcune attività commerciali, uno studio medico e una azienda produttrice di kit di test per laboratori di analisi biologiche.
Si accede all’officina e ad un grande cortile, in parte adibito a parcheggio e in parte alberato, per mezzo di una rampa carrabile in discesa. Al centro del cortile, ad una trentina di metri dall’ingresso dell’officina, vi è una cabina MT (25 KV) – BT dell’ENEL. I cavi di adduzione e di uscita dalla cabina sono interrati. Il trasformatore presente in cabina ha una potenza di 450 KVA mentre la potenza di punta di tutte le attività presenti nell’edificio non supera i 40 – 50 KVA. Alla sinistra dell’ingresso dell’officina, alloggiati nella parete all’esterno di questa, vi sono i quadri elettrici con i contatori di tutte le utenze dell’edificio nel numero di una quindicina, fra i quali il contatore trifase a 380 V per l’alimentazione dell’officina. Due delle pareti perimetrali dell’officina confinano con un largo androne interno all’edificio, la terza con un magazzino di pertinenza di un’altra attività commerciale mentre il fronte, con la porta di ingresso, è affacciato sul cortile.
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2. gli eventi
Illustreremo qui gli eventi dei quali è stata registrata ed è disponibile una documentazione sia fotografica che video e audio. I documenti di tipo fotografico sono per forza di cose tutti relativi a modifiche o trasformazioni di oggetti dopo che queste si sono verificate, ma la loro autenticità è attestata da testimonianze attendibili, mentre le registrazioni video e audio documentano eventi durante il loro verificarsi. Di queste ultime vengono prese in considerazione solamente quelle nelle quali è evidente la assenza di persone nelle vicinanze del luogo in cui l’evento si manifesta, e quindi sono da considerarsi assolutamente attendibili, al livello di autentiche prove nel senso più preciso del termine. Non essendo possibile incorporare in questo documento le registrazioni video e audio, esse potranno essere consultate accedendo ad un sito web1 (http://www.pegna.com/page3137.html) e verranno citate con il titolo con cui appaiono in quel sito fra parentesi quadre e in corsivo.
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3. tempi, luoghi, modalità
Gli eventi descritti si verificavano solamente nei giorni di lavoro: mai di sabato pomeriggio, mai di domenica o in altri giorni festivi, mai nella gran parte del mese di agosto. Un istogramma della distribuzione oraria di tutti gli eventi, indipendentemente dalla loro modalità, che si sono verificati nel periodo fra il 14 gennaio e il 6 agosto 2010 è riportato nella figura 2.
In esso si evidenzia che la frequenza degli eventi si addensa prima o all’inizio dell’orario di lavoro mattutino delle attività commerciali presenti nello stesso edificio e durante l’intervallo fra il turno mattutino e quello pomeridiano. Queste ore di addensamento corrispondono abbastanza bene a minimi relativi delle richieste di energia dalla cabina di trasformazione.
4. i test effettuati
Campagne di misura sulla qualità e sulle modalità della fornitura di energia all’officina sono state effettuate per mezzo di strumentazione specifica a norma sia dall’ENEL che dal DIEE (Dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Elettronica) dell’Università di Cagliari e da una ditta privata specializzata. Tutte queste campagne hanno rilevato che la fornitura è sostanzialmente corretta salvo un eccesso fuori norma di buchi di tensione e di qualche breve limitata sovratensione, ma nessuna di esse è pervenuta a scoprire la causa dei fenomeni, che accadevano anche durante la presenza in officina degli operatori. In nessuno dei rapporti presentati si fa alcun cenno alle possibili cause dei fenomeni sopra descritti.
Successivamente, a partire dal mese di marzo del 2010, su impulso del CTU (Consulente Tecnico di Ufficio) nominato dal tribunale di Cagliari in ordine alla causa di risarcimento intentata dalla proprietà dell’officina contro l’ENEL, l’autore del presente rapporto (GP) ha iniziato una sua ricerca sulle cause dei fenomeni.
Alla fine del primo mese di osservazioni l’autore era ormai del tutto convinto che i fenomeni erano reali e non frutto di dolo o di artefatti umani. Infatti alcuni eventi erano accaduti in sua presenza ed erano stati da lui osservati direttamente. Egli è perciò un testimone della “autenticità” dei fenomeni ed è pronto a mettere in gioco il suo onore per confermarla.
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5. discussione
Nel nostro normale mondo di tutti i giorni, fenomeni come quelli descritti non solo non avvengono, ma vi è fiducia del fatto che non possono avvenire, pena il crollo delle certezze in base alle quali il nostro mondo procede. La ricerca della causa di ciò che avveniva costituisce – ha costituito – una sfida di portata straordinaria. Si tratta infatti di un tipico caso di fisica di fenomeni non riproducibili nel duplice senso del termine: sia per il fatto che i fenomeni accadono in modo del tutto random, sia perché non si vede in qual modo riprodurre in laboratorio anche il più lieve di essi.
Nelle relazioni di tutti i consulenti di parte intervenuti si lasciava intendere, pur senza ulteriormente specificare, che una plausibile causa degli eventi fosse da ricercarsi localmente, in una anomalia di qualche utenza dell’edificio o in qualche apparecchiatura “inquinante” la rete elettrica locale.
Facciamo un breve calcolo, relativo al più vistoso degli eventi realmente verificatisi, quello del volo dell’inverter, con dati approssimativi ma verosimili. Un corpo con massa di 10 Kg, partendo da fermo raggiunge la velocità di 10 m/s in un centesimo di secondo: 0,01 s. La sua variazione di energia cinetica è:
ΔE = ½ m v2 = ½ 10 kg · 102 m2/s2 = 500 J
Questo è il lavoro effettuato su quell’oggetto da qualche forza la cui origine è da scoprire. La potenza necessaria è stata:
P = L/Δt = 500 J/0,01 s = 50.000 W
Potenze ed energie di questi ordini di grandezza possono essere generate solamente da scariche di condensatori o di induttori o da una loro combinazione circuitale. La prima cosa che si constata è che all’interno dell’officina non esistono tali dispositivi; da indagini e sopraluoghi effettuate nell’edificio da parte altri organismi ed enti ufficiali è risultato che non esistono neanche presso altri utenti.
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6. l’ipotesi di spiegazione
Da quanto precede è evidente che valori delle grandezze in gioco di tale entità non possono essere generati localmente a partire dalle potenze disponibili presso le utenze elettriche “normali”. L’energia nel caso degli eventi anomali accaduti in questa officina non può che essere quella disponibile in quantità sulla rete ENEL. Appare quindi logico e necessario rivolgere l’attenzione alla rete a MT e alla sua struttura, a partire dalle grandi sottostazioni cittadine o regionali fino al trasformatore in cabina compreso.
Un sistema di distribuzione dell’energia, alimentato da una tensione sinusoidale a 50 Hz che comprenda capacità, come per esempio quelle dei lunghi tratti di cavo interrato, e induttanze come quelle dei trasformatori di potenza, può diventare risonante quando si realizzano particolari combinazioni dei valori della corrente, della capacità e dell’induttanza. Normalmente tali sistemi sono progettati per evitare che ciò accada, poiché il realizzarsi del fenomeno provoca sempre gravi anomalie a causa dei valori eccezionalmente alti delle correnti che di conseguenza lo attraversano.
Ma esiste una ulteriore rarissima situazione nella quale si innescano fenomeni di risonanza anche se il sistema è stato progettato in modo corretto. Questa situazione, nota come ferrorisonanza, si innesca quando, a causa di eccezionali anomalie del sistema, o per transitori di particolari caratteristiche, il nucleo di un trasformatore si satura con conseguente forte diminuzione del valore della sua permeabilità magnetica. La chiave di questo fenomeno è la non linearità degli induttori che esistono nei sistemi di distribuzione dell’energia, in genere i primari e i secondari dei trasformatori. Il termine “non linearità” indica il fatto che il valore dell’induttanza L di un induttore con nucleo ferromagnetico dipende dal valore della corrente che lo attraversa.
Il fenomeno della ferrorisonanza, poco studiato, può manifestarsi secondo differenti dinamiche3-16. Gravi anomalie conseguenti a fenomeni di risonanza erano già state constatate fino dai primi anni del ‘90017, ma la ferrorisonanza è più insidiosa. Il sistema può diventare sede sia di oscillazioni periodiche a frequenza di rete che di oscillazioni a frequenze sia armoniche che sub-armoniche di quella di rete, ma sono possibili anche casi di comportamento caotico. In tutti questi casi si possono avere intensi picchi di corrente, forti distorsioni della forma d’onda, inversione rapida di una delle fasi del sistema trifase.
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7. i fatti a sostegno della ferrorisonanza
I fatti documentati fino ai primi di agosto 2010 che nel loro complesso sostengono l’ipotesi della ferrorisonanza:
(segue un elenco di 12 punti, che riportano fatti sperimentati a sostegno della ferrorisonanza, rimandiamo all’articolo in formato pdf, scaricabile in alto a sinistra. N.d.R)
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8. fatti ancora da spiegare
1. Gli attorcigliamenti delle spire di rame sottile, delle grucce di filo di acciaio, le piegature anche complicate delle astine metalliche, gli schiacciamenti delle lattine di alluminio delle bibite, gli schiacciamenti dei fusibili, i distacchi dei cavi dalle morsettiere con formazione di un ricciolo a metà, sono tutti casi di “compressione e riduzione del volume occupato” tipici della classe di fenomeni elettromagnetici a cui appartengono anche gli effetti di “shrinking” e usati tecnicamente nei processi di “formazione elettromagnetica”. Questi effetti sono causati da intensi campi magnetici impulsivi che producono, per la legge di Lenz, intense forze repulsive negli oggetti metallici che si trovano entro di essi.
2. I voli di oggetti metallici, sia leggeri che pesanti, la cui spiegazione è probabilmente, e per motivi di continuità logica, da ricercare ancora nelle potenti forze di origine elettromagnetica che per la legge di Lenz si oppongono a quelle messe in gioco dai fenomeni di ferrorisonanza. Ma il fatto che da una scatola che contiene moltissimi piccoli oggetti identici solo uno di essi spicchi il volo deve ancora essere capito. La realtà in questo caso potrebbe essere così complicata da risultare non analizzabile. Quell’oggetto potrebbe trovarsi in una situazione speciale: per esempio essere l’ultimo di una catena fra i quali si realizza, per caso e in quel momento, una favorevole catena di contatti elettrici altrimenti imperfetti che costituirebbe una sorta di canale per le correnti impulsive indotte; oppure l’insieme degli oggetti sottostanti, se ferromagnetici, che si trovassero in un particolare assemblaggio o impilamento, subirebbero a causa delle forze elettromagnetiche una rapida compressione ed espansione elastica che potrebbe trasferire a quell’unico oggetto l’impulso per farlo schizzare via. Oppure ancora una combinazione dei precedenti effetti
Una sintetica presentazione in Power Point documentata con immagini relative ai fenomeni descritti è consultabile nel già citato sito web2 http://www.pegna.com/page3138.html
9. conclusioni
Poiché i fenomeni descritti sono completamente cessati a partire dal mese di ottobre 2010; poiché in tali condizioni lo studio dei fenomeni non può essere continuato, a meno di una eventuale collaborazione con l’ENEL, cosa che per il momento non è ipotizzabile a causa del contenzioso giudiziario in corso, questa relazione si ferma qui. L’ipotesi di spiegazione presentata appare fino ad ora la più verosimile e fondata in relazione agli indizi, ai fatti osservati e ai casi riportati nella bibliografia disponibile. C’è tuttavia da osservare che a nostra conoscenza fatti di tale violenza come quelli osservati e documentati non sono mai stati riportati precedentemente. Una spiegazione completa fino ai dettagli è dunque ancora mancante, ne’ si vede oramai la possibilità di pervenirvi.
Tuttavia, se escludiamo che i fenomeni descritti abbiano origine paranormale o medianica, una spiegazione in termini rigorosamente scientifici basata sulle conoscenze disponibili deve esistere, anche se, come è presumibile, a causa della grande complessità dei fenomeni non sarà mai raggiunta. Ma ci conforta la fiducia che il presente lavoro possa contribuire a fare luce su altri casi clamorosi che si sono presentati in passato18, che potranno eventualmente verificarsi in futuro e a ristabilire un equilibrato e meno immaginifico ricorso a cause del tutto estranee a quelle di un ambito scientifico normale. Resta il rammarico che per motivi sostanzialmente burocratici ed estranei al suddetto ambito la ricerca abbia dovuto essere drasticamente interrotta. Rammarico che si concreta nel seguente dubbio: è stato fatto tutto quello che si poteva fare?
ringraziamenti
Desidero ringraziare il CTU ing. Gianluigi Marredda per avermi messo a disposizione molti dei materiali fotografici e video citati nel presente lavoro, e per la fruttuosa collaborazione e il grande aiuto prestatomi durante il periodo delle ricerche sui fatti riportati. Ringrazio molto calorosamente i Sig.ri Magro, proprietari dell’officina, per avermi concesso assoluta libertà di accesso e di azione.
riferimenti
- http://www.pegna.com/page3137.html
- http://www.pegna.com/page3138.html
Una trattazione elementare si trova in:
- ftp-dee.poliba.it:8000/…/Guasto%20inverso%20e%20ferrorisonanza
- /…/Ferrorisonanza.doc
4. http://www.google.it/#hl=it&source=hp&biw=1016&bih=566&q=ferrorisonanza&aq=f&aqi=g1&aql=&oq=&fp=cd0507362e656f1d
- Boucherot, P., Existence de Deux Régimes en Ferrorésonance, Rev.Gen. de L’Élec., vol. 8, no. 24, December 11, 1920, pp. 827-828.
- Bruce A. Mork, Understanding and Dealing with Ferroresonance, Minnesota Power System Conference, Practical Aspects of Ferroresonance WG, Tampa, Florida (2007).
- C. Damastra, Ferroresonance during single phase switching of distribution transformers, Eaton Holec, The Netherlands.www.offshore-industries.com.sg/…/ferroresonance_during_single-phase_switching_of_distribution_transformers.pdf
8. R.E. Dugan, Examples of ferroresonance in distribution systems,
IEEE working group under the T&D general systems subcommittee, Prof.Bruce Mork, Chairman, “Practical aspects of ferroresonance,” (2003).
9. A.E.A. Araujo, A.C. Soudack, J.R. Marti, Ferroresonance in power systems: chaotic behavior, IEE Proceedings-C, Vol. 140, N0.3, 237-240, (1993).
10. H. Lamba, M. Grinfeld, S. McKee, R. Simson, Subharmonic Ferroresonance in an LCR Circuit with Isteresis, IEEE Trans. Magn. 33 2495–5016, (1997) .
11. P. Ferracci, Cahier Technique n. 190, Ferroresonance, Groupe Schneider (1998). http://www.schneider.com, section “Mastering Electrical Power”.
12. R.E. Dugan, Practical Aspects of Ferroresonance, IEEE Power Engineering Society General Meeting, Toronto (2003). http://www.ece.mtu.edu/faculty/bamork/FR_WG/Panel/MorkPanelFR03.pdf
13. P. Cadick Corporation, Technical Bullettin 004a: Ferroresonance, IPST International Conference on Power Systems Transients) New Orleans (2002). http://www.panaceauniversity.org/Ferroresonance.pdf
14. A.S. Abdallah and M.A. El-Kady, Ferroresonance Phenomenon in Power Transformers – Experimental Assessment, JKAU: Eng. Sci., vol. 16 no. 1, pp. 71-82 (2005 A.D./1426 A.H.).
C. Stuckens, P.M. Momfils, N. Janssens, Th. Van Craenenbroeck, D. Van Dommelen, Risk of Ferroresonance in Isolated Neutral Networks and Remedies, 14th International Conference and Exhibition on Electricity Distribution, Part 1: Contributions. CIRED (IEE Conf. Publ. No. 438), Birmingham, UK(1997).
- P. Harnboonyanon, P. Fuangfoo, Effect of low voltage capacitor bank to ferroresonance on distribution system, http://www.pea.co.th/peac3/PDF/book/b02.pdf
17. L. Donati, G. Sartori, Elettrotecnica, pag. 546, Hoepli Milano (1930).
18. Vedi ad esempio, sui fatti di Canneto di Caronia, il rapporto del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) su http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=271832 nel quale peraltro non si giungeva ad alcuna conclusione e invece le conclusioni sugli stessi fatti alle quali sono pervenuti gli specialisti della Protezione Civile:
“Siamo di fronte a tecnologie militari evolute anche di origine non terrestre che potrebbero esporre in futuro intere popolazioni a conseguenze indesiderate. Gli incidenti di Canneto di Caronia potrebbero essere stati tentativi di ingaggio militare tra forze non convenzionali oppure un test non aggressivo mirato allo studio dei comportamenti e delle azioni in un indeterminato campione territoriale scarsamente antropizzato”.